Helping Professions: Psicofisiologia di Stress e Burnout
Nei giorni passati abbiamo sentito parlare spesso delle condizioni stressanti cui sono sottoposti gli operatori sanitari per l’emergenza sanitaria in atto.
Lo stress nelle professioni d’aiuto
La parola stress (ovvero una “pressione esercitata dall’ambiente su un oggetto o su una persona”, Giusti, Di Fazio, 2019) va intesa nella sua accezione più ampia di “stress psicofisiologico”, in quanto un evento stressante o traumatico produce delle modificazioni fisiologiche nell’organismo che si attiva per cercare di tornare ad uno stato di equilibrio, ed è legato al significato soggettivo che l’individuo attribuisce all’evento (Lazarus, 1966). Cosa accade nella fisiologia cerebrale a seguito di uno stress prolungato?
Correlati fisiologici dello stress
Gli stressors, soprattutto quelli emotivi, producono modificazioni a carico di tutti gli organi, attraverso la mediazione del Sistema Nervoso Vegetativo, del Sistema Immunitario e del Sistema Endocrino. Il Sistema Endocrino (SNE) e il Sistema Immunitario (SI) fanno parte di un circuito integrato: il SI è in grado di modificare le sue risposte sia attraverso meccanismi automatici, sia attraverso segnali provenienti dal Sistema Nervoso Centrale e dal SNE. A loro volta, le cellule del SI, trasmettendo segnali al SNE, attivano specifiche risposte neuroendocrine e comportamentali, costituendo una rete di comunicazione bidirezionale. La struttura più importante del SNE implicata nelle risposte di allarme e di adattamento allo stress è l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, insieme al Locus Coeruleus. L’aumento dei livelli ematici di adrenalina e cortisolo che avviene in questi circuiti in risposta allo stressor è di estrema importanza, perché induce una complessa serie di risposte metaboliche con l’obiettivo finale di annullare gli effetti dello stress. Dà inoltre origine a importanti influenze anche su aspetti del comportamento quali l’attenzione, la memoria, lo stato di allerta, il tono affettivo ed emozionale. L’esposizione prolungata ad alti livelli di cortisolo, come avviene nello stress cronico, riduce la sensibilità dei recettori cerebrali per il cortisolo ed altera i meccanismi di feedback funzionali al ristabilire l’equilibrio omeostatico del SNE, con conseguenti effetti negativi sui sistemi immunitario, emotivo, cognitivo, comportamentale.
La risposta di stress avviene per superare un momento di crisi, situazioni persistenti di tensione, particolari momenti in cui è necessario “resistere” oltre il proprio limite, come può accadere in un ambiente lavorativo, e come è accaduto a molti operatori sanitari nei giorni scorsi.
Quando lo stress diventa cronico o particolarmente intenso e l’individuo non riesce più ad adattarsi, si entra nell’area del rischio psicosomatico, che rende vulnerabili allo sviluppo di patologie sia fisiche che psichiche (Pellegrino, Esposito, 2019).
Burnout
Col termine burnout si intende letteralmente il “bruciarsi” dell’operatore e il suo cedimento psicofisico rispetto alle difficoltà dell’attività professionale.
Le helping professions (professioni d’aiuto) sono più esposte al burnout in quanto hanno nel loro mandato la connotazione di essere di aiuto agli altri. In queste professioni, che implicano una relazione diretta tra operatore e utente, le capacità e caratteristiche personali sono implicate tanto quanto quelle più strettamente professionali: il rapporto con se stessi e con gli altri rappresenta un importante parametro su cui ruota l’identità professionale. Medici, infermieri, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali, poliziotti, sacerdoti, avvocati e insegnanti sono tra le categorie più esposte; ma anche managers, ingegneri, impiegati. Il fenomeno del burnout è infatti estensibile a tutte le categorie professionali che implicano una relazione costante e significativa con gli altri ed è caratterizzato da senso di smarrimento e logorio professionale.
La sindrome del burnout è collegata al fenomeno dello stress lavorativo e comprende tanto fattori legati al lavoro quanto variabili extralavorative quali fattori sociali, fattori legati al mercato, caratteristiche di personalità del professionista, e se esiste o meno la possibilità di ottenere feedback positivi in risposta al lavoro svolto. .
I principali sintomi, tra quelli indicati da Cherniss, sono:
-alta resistenza ad andare a lavoro ogni giorno,
-sensazione di fallimento,
-rabbia e risentimento, senso di colpa e disistima,
-scoraggiamento e indifferenza, negativismo,
-isolamento e ritiro,
-senso di stanchezza ed esaurimento tutto il giorno,
-notevole affaticamento dopo il lavoro,
-perdita di sentimenti verso l’utente,
-incapacità di concentrarsi o di ascoltare ciò che l’utente sta dicendo,
-cinismo verso gli utenti e atteggiamento colpevolizzante nei loro confronti,
-problemi di insonnia,
-preoccupazione per sé,
-frequenti mal di testa e disturbi gastrointestinali,
-rigidità di pensiero e resistenza al cambiamento,
-conflitti coniugali e familiari,
-alto assenteismo.
Spesso ciò che affatica il professionista è la penosa sensazione di impotenza, di non poter esercitare un controllo e di non avere supporto.
Perché è importante prevenire ed intervenire sullo stress e sul burnout?
Un professionista affaticato e profondamente stressato vive una condizione di malessere.
In un’ottica di promozione di un benessere in cui l’aspetto mentale non può essere scisso da quello fisico e da quello emotivo, “star bene” significa godere di uno stato di benessere a tutti i livelli. Il professionista ha diritto alla salute fisica e mentale, e quindi al benessere psicofisico.
Inoltre, lo stress lavorativo si può ripercuotere su altri aspetti della vita quali le relazioni interpersonali (coniuge, partner, amici, figli), inficiando gravemente la vita privata del professionista, con diffusione del malessere anche in coloro che lo circondano.
Può inoltre risentirne anche l’utente che si rivolge a lui: il professionista stressato è meno disponibile all’ascolto empatico e più soggetto ad errori.
Il prendersi cura di sé da parte del professionista è dunque elemento essenziale per la cura dell’altro, e per garantire al professionista stesso il diritto fondamentale alla salute intesa come benessere a tutto tondo.
Dott.ssa Francesca Esposito
Dott. Francesco Scalici www.francescoscalici.it
Bibliografia
Cherniss C., La sindrome del burnout. Centro Scientifico Torinese, Torino, 1983
Giusti, T. Di Fazio, Psicoterapia Integrata dello stress. Il burnout professionale. Armando Editore, Roma, 2019
Pellegrino, G. Esposito, Burnout, mobbing e malattie da stress. Il rischio psicosociale e lo stress lavoro-correlato. Positive Press, Verona, 2019
R.S., Lazarus, Psychological stress and the coping process, McGraw-Hill, New York, 1966