Stress, Personalità e Resilienza

Il termine stress indica una “pressione” esercitata dall’ambiente, tanto su un oggetto quanto su una persona. Lo stress non è sempre negativo. Occorre infatti differenziare tra:

  • Eustress: l’esperienza è voluta e ci dà la sensazione di dominare l’ambiente,
  • Distress: si verifica quando riteniamo di non avere controllo su ciò che accade, non vediamo alternative, la fonte dello stress è ambigua, o ancora quando lo stress si mantiene per un lungo periodo di tempo o diversi eventi stressanti sono presenti simultaneamente.

Sia  eventi positivi quanto eventi negativi possono essere fonte di stress se l’individuo non mette in atto efficaci strategie di adattamento.

Le fonti primarie di stress sono: gli eventi esterni, le relazioni interpersonali conflittuali, le pressioni interne (autosvalutazioni e critiche negative) e gli eventi critici della vita (separazioni, lutto, malattie ecc). In condizioni normali ciascuna persona ha un proprio livello di attivazione di base (chiamato arousal psicofisiologico) che consente di affrontare le sfide quotidiane e progettare la propria esistenza (eustress). Se viene superato il livello massimo di stress può subentrare una condizione di disadattamento (distress) che può avere conseguenze negative sull’individuo. Pertanto, è del tutto naturale che in questo periodo possiamo sentirci estremamente stressati e avvertire una serie di sintomi talvolta difficili da riconoscere e gestire.

Tipi di Personalità, Resilienza e Capacità di fronteggiare lo stress

La percezione di un evento come più o meno stressante è funzione non solo dell’ evento in sé, ma anche di come viene percepito dalla persona e dalle strategie messe in atto per fronteggiarlo (strategie di coping). Ciascuno reagisce allo stress in maniera diversa e percepisce l’evento stressante con intensità differenti: laddove una condizione non è stressante per qualcuno, per un altro può esserlo molto.  In quale tipo di personalità ti riconosci?

Personalità Resilienti:

“Resilienza” è un termine mutuato dalla scienza dei materiali, che indica la “capacità di un materiale di resistere agli urti, tramite deformazioni, prima di arrivare a rottura”.  In psicologia indica la capacità di raggiungere un buon livello di adattamento nonostante le avversità e i traumi, producendo risposte flessibili che si adattano al qui ed ora. La resilienza è il risultato di dimensioni diverse: biologica (patrimonio genetico), psicologica (relazioni e affetti), sociologica (ruolo della cultura, delle opinioni, tradizioni familiari ecc) ed educativa in relazione allo stile di attaccamento (ovvero il rapporto con le figure primarie di riferimento).

Personalità Cardiaca: tipo A

Le persone con questo tipo di personalità presentano tratti in comune quali ostilità fluttuante, impazienza, aggressività, ambizione, competitività e comportamenti pericolosi. A livello corporeo si muovono e parlano velocemente. Hanno un forte spirito di iniziativa, desiderio di emergere e di riconoscimento sociale. Spesso si espongono ad un’elevata quantità di stimoli stressanti.

 Personalità di Tipo B

Solitamente hanno un adeguato senso di sicurezza e di stima di sé. Difficilmente hanno reazioni di ostilità in quanto sono sufficientemente in grado di accettare le critiche, mostrano tranquillità e rilassatezza. Prendono le cose come vengono, non mostrano aggressività ed evitano i conflitti con gli altri.  Sono dotati di senso dell’umorismo.

Personalità Ansiosa- Reattiva

Hanno bisogno di molto tempo per tornare a una condizione di tranquillità dopo forte stress in quanto l’ansia provata per l’evento diviene essa stessa un ulteriore fattore stressante. Solitamente è percepita attraverso segnali fisici (voce soffocata, battito cardiaco accelerato ecc), inoltre esagerano la gravità dell’evento e sottovalutano le loro strategie di coping, ovvero quelle utilizzate per affrontare l’evento, che viene quindi percepito come catastrofico.

Personalità di Tipo C

Queste persone tendono a reprimere costantemente l’espressione delle emozioni, soprattutto quelle sconvenienti socialmente come la rabbia. Questa repressione si tradurrebbe in un’iperattivazione del sistema neurovegetativo tale da comportare, a lungo termine, una compromissione dell’efficienza della risposta immunitaria.

Stress e ambiente

Persona e ambiente non sono separabili: lo stress è infatti legato alle capacità di adattamento dell’individuo all’ambiente esterno. Quando si verifica una pressione ambientale, l’organismo mette in atto meccanismi di autoregolazione o per far fronte ad essa, cercando di ripristinare l’equilibrio (definito “omeostasi”) perduto. Per questo motivo lo stress ha dei correlati fisiologici nel corpo: Seyle e Cannon parlano a tale proposito di stress psicofisiologico (Giusti, Di Fazio, 2019).Il  meccanismo di compensazione allo stress ambientale messo in atto dall’organismo è articolato in tre fasi:

  1. fase di allarme: l’organismo cerca di riconoscere lo stimolo e di adeguarsi ad esso;
  2. fase di resistenza: il corpo e la psiche intervengono attraverso una complessa reazione biologica che coinvolge il sistema neurovegetativo, endocrino ed immunitario;
  3. fase di esaurimento: l’organismo esaurisce le energie per far fronte allo stimolo. In questa fase si sono già instaurate risposte organiche e psicologiche complesse.

Quali sono gli effetti dello stress?

A lungo andare lo stress presenta importanti effetti negativi su molti sistemi corporei. Ha influenza sul sistema immunitario (diminuzione generale dell’immunità, malattie cardiovascolari…), sul sistema cognitivo (difficoltà di ragionamento, calo della creatività, problemi di memoria…), sul sistema comportamentale (linguaggio più affrettato, sonno più disturbato, Iperattività, Aumento del consumo di cibo , Abbassamento dei livelli di energia, Difficoltà nelle relazioni interpersonali…) e sul sistema emotivo (Ansia e panico, Rabbia, Depressione, Apatia, Mancanza di controllo, Mancanza di fiducia di sé, Senso di colpa …)

Recenti ricerche mostrano una correlazione tra alcuni tipi di malattie e lo stress, specialmente quelle cardiovascolari, gastrointestinali, della pelle, endocrine e respiratorie. Una forte emozione, produce modificazioni nel nostro corpo: le esperienze critiche possono produrre un blocco e una cristalizzazione delle emozioni che restano inespresse e quindi anche dell’energia del corpo che si manifesta con disturbi degli apparati interni o della postura (Lowen, 2018)

Un percorso psicoterapeutico permette di elaborare un piano di trattamento e un obiettivo per permettere a chi si rivolge al professionista di incrementare le proprie capacità di gestire efficacemente lo stress e, a lungo termine, di: modificare le aspettative irrazionali che intensificano stress e ansia, incrementare l’autostima acquisire consapevolezza dei propri limiti e dei propri punti di forza, sviluppare l’espressione dei propri vissuti emotivi. Incrementando la propria consapevolezza emotiva, cognitiva e corporea diviene possibile incrementare le proprie strategie di coping, ovvero quelle abilità utili ad affrontare efficacemente le esperienze vissute come stressanti e  quindi la propria resilienza.

Dott.ssa Francesca Esposito

Dott. Francesco Scalici www.francescoscalici.it

Bibliografia:

  1. Giusti, T. Di Fazio, Psicoterapia Integrata dello stress. Il burnout professionale. Armando Editore 2019
  2. Lowen, “Bioenergetica”, Giacomo Feltrinelli Editore, 2018 Milano
  3. Giusti, F. Menici, “Trattamento dell’immagine corporea”, Sovera, 2016 Roma
Stress, Personalità e Resilienza